martedì 26 gennaio 2016

Basi della scherma: Tempo

Altro concetto alla base di ogni nostra azione schermistica è il Tempo.

Sebbene la parola usata sia la medesima, il “Tempo” non va confuso con il “tempo”. Un buon termine equivalente potrebbe essere Occasione: il Tempo è l'occasione di colpire o di essere colpiti.

Ogni volta che effettuiamo un qualunque movimento, sia esso fatto con la spada, col corpo o con i piedi, creiamo un Tempo. Trovo estremamente calzante la definizione fornita da Angelo Viggiani:
"è dunque un tempo, un moto, ch'invece di chiamarlo moto, lo chiamiamo tempo, perché l'uno non abbandona l'altro; et la guardia è la quiete, et il riposo sopra qualche sito, et forma. In conclusione tanto viene a dir tempo, et guardia, quanto moto, et quiete. Dove di necessità, che come sempre tra due moti è una quiete, et tra due quieti s'interpone un moto; parimente tra due colpi menati, o due tempi, o due moti, si ritrovi una guardia. Et tra due guardie, o quieti (come dire volete) vi si interponga un qualche colpo, et tempo."

Ritengo che gli autori che suddividono il tempo in maniera più chiara e intuitiva siano il dalle Agocchie e il Marcelli.

Il primo autore ci indica cinque "Tempi da ferire":
"Cinque modi sono da conoscere questo tempo da ferire: Il primo è, quando haverete parato il colpo del nimico, che all'hora è tempo da ferire. Il secondo, quando il colpo vi averà trascorso fuori della persona, che quell'è tempo da seguirlo con la risposta più convenevole. Il terzo, quando egli alzasse la spada per offendervi: mentre ch'egli alza la mano; quell'è il tempo di ferire. Il quarto, come egli si movesse senza giudicio d'una guardia per andare in un'altra; avanti ch'egli sia fermo in essa, all'hora è tempo di offenderlo. Il quinto et ultimo, quando il nimico è fermo in guardia, et ch'egli alzasse, ò movesse il piede, che averà innanzi per mutarsi di passo, o per accostarsi; mentre ch'egli alzerà il piede, quello è tempo da ferirlo: perché egli non può offendervi per esser discomodo."
Nei quali possiamo poi ferire in tre modi:
" di quanti tempi con la spada si può ferire? Gio. Di due tempi, un tempo, et mezzo tempo. I due tempi sono quelli, quando la spada para e poi ferisce. Un tempo è quello, quando si ferisce senza parare il colpo, ò vero quando si para, et si ferisce in un istante. Il mezzo et ultimo è quello, quando si ferisce, mentre che l'inimico tira il colpo."

L'autore romano, invece, si spinge oltre.

Come spiega dettagliatamente il Maestro Francesco Lodà nel suo libro "Manuale di scherma storica":
"la prima distinzione operata da Marcelli, punta a chiarire il rapporto del tempo schermistico con le azioni degli schermidori, identificandolo con il gioco delle intenzioni. 
Esiste dunque il Primo tempo, o Prima intenzione, o Tempo di risoluzione, che riassume le azioni di Proposta: in questa categoria sono incluse tutte le tecniche che mirano a ferire direttamente il bersaglio, comprese quelle che hanno l'intento di superare la reazione dell'avversario. E' questo il tempo di chi prende l'iniziativa.
Il Dopo tempo, o Seconda intenzione, riassume le azioni di Risposta: in questa categoria sono riassunte tutte le risposte che lo schermidore usa dopo aver parato, e quindi dopo la conclusione del primo tempo dell'avversario. 
Si ha poi lo Stesso tempo, o In tempo assolutamente, che riassume tutte le reazioni che vanificano l'azione avversaria durante il suo sviluppo e prima della sua conclusione. Sono queste le azioni in cui ci si difende dell'avversario offendendolo contemporaneamente. 
Questi tempi riassumono così i vari ruoli degli schermidori nel tirare: agente, che tira di Primo tempo, e paziente, che reagisce in modo e tempi diversi con un Dopo tempo o con uno Stesso tempo."

A questi se ne aggiunge poi un altro, il Contratempo, del quale tuttavia tratteremo in un altro articolo.

Ovviamente il concetto di Tempo non può essere totalmente slegato da quello di tempo che scorre. Se infatti aspetto in maniera eccessiva per cogliere l'occasione, essa passerà e io avrò perso il momento propizio per ferire. Il detto "Chi ha Tempo non aspetti tempo" deriva infatti proprio dall'ambito schermistico: lo ritroviamo infatti in Mattei (1669).

Per rendere il tutto più complesso, occorre aggiungere che per cogliere il Tempo corretto, non ci si limita al semplice concetto di azione-reazione, ma molto spesso, occorre poter prevedere in anticipo le reazioni avversarie e partire prima che l'avversario si sia mosso al fine di poter attuare la nostra azione. Questa capacità di prevedere le mosse avversarie è da ricercarsi in quello che in termini moderni viene definita Programmazione attraverso lo studio del pensiero strategico-tattico.

Fabio Serraglio

Bibliografia:
- Francesco Lodà,"Manuale di scherma storica. La striscia nel Seicento e nel Settecento", 2014, Bonanno Editore
- Angelo Viggiani dal Montone, "Lo schermo", 1575, Venezia presso G. Angelieri
- Giovanni dalle Agocchie, "Dell'arte di scrimia in libri tre", 1572, Venezia presso G. Tamborino

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